Volti e maschere – Conflitti
Mostra curata da Pierluigi Nicolin e Pierluigi Cerri
Superficie/confine. Una stanza rivestita a metà da uno strato inciso da immagini e fori a forma di parole. Parole come maschera della realtà spazio come maschera del vuoto.
Vuoto. Stanza satura di luce rossa, neon, camere di compensazione sospese dove entrare con la testa/faccia per vedere immagini che scorrono in montaggi video su schermi LCD.
Volti. Il tempo è la narrazione, lo spazio è la seduzione. Negli schermi scorre il tempo dei fotogrammi scattati sull’autostrada di volti sfuocati di osservatori in movimento. Ambito notturno e seducente ciò che cela e ciò che è celato atto deduttivo nel film dell’autostrada, un display di cristalli liquidi, superficie di luce sensibilizzata e reattiva. Identità notturne luoghi attraversati dimensione liquida.
Maschere. La dimensione rituale e spettacolare è legata alla presenza dell’osservatore, egli entra nelle camere sospese e nell’atto di guardare incarna il volto cioè lo sguardo celato dalla maschera. Lo spazio emotivo del travestimento dell’apparenza. Togliersi di torno, rendersi invisibili dietro a un dito come una volontà schizoide di esplosione e moltiplicazione dell’identità e dei luoghi.
Paesaggio. Paesaggio visibile e paesaggio invisibile, moltiplicati e slittanti, in una percezione della realtà che muta continuamente di identità una trans-realtà che si ibrida costantemente con i nostri stati mentali. Moltiplicazione infinita di scatole paesaggio, vedute di mondi possibili, involucri vibranti come strumenti, superfici di risonanza.