IDENTITA' RITROVATE
Il progetto di una nuova biblioteca, all’interno di un contesto così radicato alla tradizione quale è quello del quartiere del Duomo a Bressanone, non può prescindere da una serie di questioni alla cui rilevanza risulta impossibile non dare risposta.
La necessità di identificarsi con un sito, porta a cercare quei caratteri ed elementi propri del luogo stesso, che lo contraddistinguono e lo rendono unico e ne definiscono il vero carattere identitario. In questo senso sono state individuate alcune tematiche che hanno portato a sviluppare puntuali riflessioni architettoniche con particolare riferimento ai “segni” lasciati dallo spazio creato da un portico alla quota del suolo, dalla conformazione delle cortine edilizie con i caratteristici erker, macchine di spazio e di luce e dall’imponenza dei ripidi spioventi dei tetti che coprono gli edifici principali del centro antico. Impronte e caratteri questi che, riscoperti, sono divenuti elementi di genesi del processo progettuale.
GENESI DEL NUOVO EDIFICIO
La complessità dell’intervento nell’accostamento tra il nuovo e le preesistenze, crea una tensione tra le parti che ne definisce il carattere: un edificio “silenzioso” e allo stesso tempo identitario, si innesta tra gli ordinari edifici dell’ex-finanza e del tribunale. Le connessioni che si vengono a creare sono sia fisiche, sia dovute a esigenze funzionali-distributive, che visive: la composizione della forma e l’uso dei materiali nascono da un richiamo alla città antica manifestando nel contempo il forte segno di edificio contemporaneo. La nuova fabbrica infatti è il risultato di una massa che si deforma attraverso contrazioni e dilatazioni per potersi ricomporre tenendo conto delle stereometrie circostanti. Ben lontano dall’idea di autoreferenzialità l’edificio muta quasi fosse un organismo sensibile che cerca di adattarsi alle esigenze morfologiche e funzionali del sito di progetto. In adiacenza alla preesistenza, solamente nei punti in cui diviene necessario connettersi, vengono creati interstizi che diventano singolari e suggestive forme progettuali. Gli interni si manifestano come esterni e viceversa, in un ambito in cui spazialità e luce giocano un ruolo fondamentale.
FLESSIBILITA' URBANA
La nuova biblioteca civica per la città gioca un ruolo fondamentale nella costruzione dello status culturale della città di Bressanone, scopo primo del progetto è quello di divenire un catalizzatore sociale per le persone, senza limiti di età o geografia. Nuovo punto di riferimento per la popolazione, essa vuole essere luogo di incontro e scambio disinteressato di sapere, spazio in cui apprendere e comunicare con gli altri, divenendo parte integrante delle pratiche sociali ad oggi ben consolidate nella vita delle persone. L’obiettivo di offrire una flessibilità urbana si esplica nella ridefinizione degli accessi e degli spazi interni degli edifici in modo da poter assecondare le differenti esigenze poste dall’amministrazione stessa. Selezionando alcuni punti cardine di ingresso è possibile rendere permeabile completamente o soltanto parzialmente lo spazio della biblioteca ai diversi piani. Gli edifici oggetto di interesse e lo spazio aperto loro circostante vengono concepiti come dei comparti indipendenti disposti su più piani, messi in connessione da un articolato sistema di distribuzione verticale. È possibile utilizzarne le diverse parti in maniera separata per assolvere a più funzioni ed eventi con tempi e modalità di volta in volta differenti. Ne risulta una gestione semplice ed adeguata a quelle che sono le esigenze di una biblioteca di tale portata in un sito così delicato quale è quello del centro di Bressanone.
FINESTRE D'OMBRA
Il tema dell’illuminazione naturale in una biblioteca diviene aspetto fondamentale in quanto influisce considerevolmente sul buon funzionamento della stessa e sul mantenimento della materia in essa contenuta: i libri. La luce diretta è nemica del libro, deve essere controllata e manipolata per evitare il deterioramento della carta ed allo stesso tempo deve soddisfare l’essenza stessa dell’architettura. Le scelte progettuali in tal senso si sono individuate in un’unica direzione per assolvere a scopi differenti. La parete sud dell’edificio priva di viste interessanti viene resa completamente cieca per evitare l’ingresso della luce diretta del sole ed attrezzata nella parte interna con un “muro-libreria” che occupa l’intera altezza dell’edificio: una sorta di curtain wall che diventa manifesto della biblioteca quale contenitore di conoscenza. Vengono privilegiati grandi fori nei punti in cui risulta interessante inquadrare elementi del paesaggio urbano come il campanile ed il tetto del Duomo da un lato ed il museo diocesano dall’altro: due erker di ordine gigante che sono prolungamento della volumetria esterna dell’edificio e all’interno manifestano la peculiarità spaziale tipica della cultura nordica; vengono a conformarsi delle alcove in cui è possibile stare per leggere o ammirare il paesaggio. La collocazione delle grandi vetrate, che definiscono il limite spaziale e climatico tra interno ed esterno, viene definita dall’irraggiamento indiretto, costituito da un fascio di luce diffusa ed intensa nei punti in cui vi è maggior afflusso e permanenza di persone all’interno della nuova biblioteca. Altro dispositivo studiato per captare la luce, e fornire suggestioni percettive altrimenti negate, selezionandone intensità e direzione, è rappresentato dall’installazione di due grandi lucernari posti alla sommità della copertura a falda complessa. La luce attraversa l’intero edificio in altezza, pervenendo al pian terreno a mezzo di un articolato sistema di arretramento dei solai, giocando un ruolo fondamentale nel sistema di introspezioni tra i diversi piani della biblioteca.
SUL CONCETTO DI CORTECCIA
Osservando le rapide mutazioni e le sempre più diverse esigenze della società contemporanea, lo spazio della biblioteca mira ad essere flessibile e facilmente trasformabile. Lungi dal riprendere il classico sistema di disposizione ed organizzazione delle scaffalature, il progetto propone un doppio guscio perimetrale compreso tra le pareti esterne in calcestruzzo ed il rivestimento interno in legno. All’interno si trova la maggior parte degli spazi serventi: dalla distribuzione verticale ai servizi igienici sino all’arredo con librerie, panche fisse, tavoli, etc…Una sorta di corteccia che avvolge lo spazio interno liberandolo completamente da qualsiasi obbligo funzionale.
Risulta in questo modo possibile assecondare quelle che sono le esigenze di crescita e modificazione nel tempo, caratteristiche tipiche di una biblioteca contemporanea.