M9 - Nuovo polo culturale a Venezia-Mestre
Museo del ’900, spazio espositivo, mediateca-archivio del ’900 e auditorium
Progetto per il concorso a inviti M9 - Nuovo polo cultutale a Venezia-Mestre, promosso dalla Fondazione di Venezia, presentato alla mostra "M9 - A new Museum for a New City", in occasione della della 12° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
www.m9museum.it,
www.fondazionevenezia.org
M9 è situato nel cuore di Mestre. La sua posizione strategica richiede un intervento che funzioni da catalizzatore, valorizzi e ridia vita a tutta la zona per trasformare Mestre in una città moderna capace di reinventarsi come capitale di una vasta area metropolitana.
Come fanno i maestri profumieri che ottengono i loro profumi combinando essenze di piante e fiori per far sì che aprendo le boccette la loro fragranza si diffonda e invada l’area che li circonda, progettando Acqua Veneta abbiamo composto sedici “bottiglie” per contenere le esposizioni che mostreranno con freschezza e trasparenza i cambiamenti radicali che i cittadini del Veneto hanno reso possibili socialmente, culturalmente ed economicamente nel secolo scorso.
Le “bottiglie” sono rovesciate e con la bocca che sfiora il suolo consentono lo scambio, l’entrata delle persone e delle idee. Le “bottiglie” vanno collocate dove il flusso delle persone che affluiscono dalle diverse parti della città lo permette. Nel loro insieme funzionano come il mercato di Venezia e formano una piazza la cui tettoia protegge dalla pioggia e dal sole. Il progetto prevede di ristrutturare gli altri edifici compresi nel lotto per accogliere un centro commerciale. Attualmente il sito è ben delimitato dal muro che segnava i confini della caserma, le cui aree vuote insieme alle altre costruzioni e agli spazi abbandonati lo fanno assomigliare a un’isola in mezzo alla città. Sebbene sia difficile riconoscere l’uso al quale erano destinate queste preesistenze, attraversandole si ha l’impressione di spostarsi in una natura morta. Il susseguirsi di locali vuoti dove l’impronta lasciata dagli abitanti è tangibile conferisce agli spazi, con geometrie e disposizioni similari, un carattere e un’atmosfera propri. In quest’“isola” la vita trascorsa ha lasciato impronte simili a quelle che si potrebbero osservare nella vetrinetta di un collezionista che ha conservato i ricordi dei viaggi compiuti. La somma di ogni elemento dà valore e significato al tutto. La strategia compositiva adottata per il progetto, fondata sull’addizione di elementi diversi ed equivalenti, è suggerita da questi caratteri del luogo e, insieme, da ciò che costituisce l’essenza stessa di un museo.
Oggi più che mai, realizzare un’opera di architettura equivale a progettare un brano di una città. Gli edifici non sono soltanto contenitori di attività, ma, soprattutto, involucri per la vita sociale, quanto delimita e dà forma allo spazio pubblico. Anche l’edificio da noi progettato intende offrire alla città e ai suoi abitanti un luogo dove ritrovarsi, discutere, giocare, apprendere e tessere relazioni umane.
La costruzione ha una sagoma molto riconoscibile che evoca la forma di un silo, che presuppone un contenuto (l’arte) e una funzionalità (essere parte attiva della vita sociale). Optando per una forma industriale si è voluto rendere omaggio al carattere della città e attribuire alle importanti dimensioni della costruzione un aspetto familiare, in armonia con le preesistenze che la circondano.
L’interno del nuovo edificio è caratterizzato da un insieme di elementi che funzionano in comune, in modo tale che la piccola scala delle singole parti e quella dell’insieme vengano percepite simultaneamente. Si tratta di un sistema flessibile che può essere utilizzato nella sua totalità o per parti, essendo ogni zona caratterizzata da spazi, luce, orientamento, vista che ne consentono la fruizione autonoma.
Tenendo conto del fatto che nei musei la gestione dinamica è più importante delle dimensioni, il progetto configura un edificio con parti chiuse ridotte e punta sulla chiarezza contro la monotonia; si articola in un piano dedicato alle esposizioni temporanee e uno per la mostra permanente. Il piano terra è aperto all’uso degli abitanti della città e può accogliere mostre all’aperto e svariate attività culturali. La piazza porticata permette l’afflusso delle persone e costituisce un palcoscenico urbano per le varie attività legate ai programmi del museo e del centro commerciale. La storia non si conserva soltanto nelle forme degli edifici, ma anche nelle tracce lasciate dalle vite di coloro che li hanno abitati. Per questa ragione nell’affrontare il problema dell’ex caserma il progetto ha preso le mosse dall’“archeologia” della vita lì trascorsa, le cui impronte, simili a quelle di una carta da parati, sono state assunte come punto di partenza per configurare il nuovo centro commerciale.