Museo sul Carso Goriziano: museo all’aperto del San Michele
carso 2014+
CARSO 2014
Quello del Carso è un paesaggio duplice ed invisibile, duplice in quanto eccezionali condizioni geologiche ed eccezionali memorie storiche convivono in un unico territorio, invisibile perché i fenomeni naturali e le tracce storiche accumulate su questo territorio non sono immediatamente riconoscibili, non si traducono in immagini spettacolari e facili da comunicare. Il Carso è un paesaggio complesso, affollato di molteplici elementi puntuali che rimandano a diverse identità :
- Trincee, monumenti, cimiteri rimangono a testimoniare la catastrofe della prima guerra mondiale che qui si è consumata; è un paesaggio segnato da una GUERRA di cui nel 2014 si celebrerà il centenario;
- Doline, grotte, inghiottitoi, la NATURA del paesaggio carsico che qui si esprime nella sua peculiare rarità, raccontano un paesaggio disegnato dall'ACQUA che qui però apparentemente scompare;
- monumenti sparsi ed isolati testimoniano la volontà di tramandare la MEMORIA del vissuto dell'UOMO in questo luoghi, solo piccoli insediamenti lo popolano all'interno, ma molteplici sono gli "attori" di questo territorio, rintracciabili in una moltitudine di associazioni.
Associazioni locali, associazioni di reduci, gli appassionati di trekking, di mountain bike, di parapendio, di guerra simulata. Le associazioni di volontari sono i veri fruitori, custodi, esploratori e comunicatori di questo luogo, che fanno vivere attraverso diverse iniziative. Il progetto si propone la riconquista del Carso, leggendo i vari livelli complessità, andandola a comunicare e mettendola a sistema, senza operare semplificazioni ma semplicemente permettendo un intreccio di letture e fruizioni di questo luogo. La dinamica di colonizzazione del territorio delle associazioni è assorbita e visualizzata concretamente. Il progetto immagina un modo semplice ed intuitivo per consentire a questa molteplicità di soggetti di contribuire ad un’opera collettiva di trasformazione del territorio. Il nostro progetto immagina un modo per consentire a tutti questi soggetti di produrre paesaggio con la propria attività. Nuovi percorsi mettono a sistema i tracciati esistenti e garantiscono l’accesso e la facile comunicazione tra i differenti luoghi, un sistema di grandi bandiere segnala questi punti e li rende visibili a scala territoriale. Il paesaggio si popola di emblemi leggeri ed eleganti, che sottolineano alcuni luoghi e compongono un campo unitario e mutevole. Proponiamo di realizzare una infrastruttura che consenta ai differenti usi del territorio di essere messi a sistema: un nuovo circuito ad anello connette i sentieri esistenti, definendo una rete di possibili percorsi. L’anello principale è percorribile a piedi, in bici o in automobile. Lungo l’anello si dispongono aree di sosta e collegamenti con la rete di percorsi esistente. Questo sistema si collega a tutti i principali elementi storici e naturali che arricchiscono il territorio del Carso. A partire dal nuovo anello si staccano vari percorsi secondari (sentieri CAI, sentieri del “Museo all’aperto della grande guerra”, percorsi didattici diretti alle doline, alle grotte, alle trincee, ai cippi, alle iscrizioni).
Lungo il nuovo anello si attestano il sacrario di Redipuglia, il nuovo museo all’aperto di San Michele e la nuova torre panoramica di Doberdò. Il nuovo sistema di percorsi consente di fare esperienza e di scoprire il territorio e allo stesso tempo consente alle associazioni di popolarlo di segni facendo apparire una nuova figura. Il paesaggio viene punteggiato di bandiere. Ogni associazione corrisponde ad una bandiera.
Le grandi bandiere, alte 10 m, emergono al di sopra della vegetazione e compongono un campo molteplice e allo stesso tempo unitario. Le bandiere impiegano colori ed icone differenti per le varie associazioni e sono organizzate per campi tematici (ambito naturale, ambito storico, ambito sportivo, ecc…). Le bandiere, come elemento militare e allo stesso tempo leggero, giocoso, contribuiscono a costruire un paesaggio consapevole delle memorie depositate su di esso, e al tempo stesso aperto, mutevole, festoso. Le bandiere possono essere associate a luoghi, associazioni o eventi. Le bandiere compongono un paesaggio che potrà mutare nel tempo. Il loro numero può crescere, testimoniando la presenza di nuove associazioni, registrando nuove attività, sottolineando la presenza di ulteriori luoghi. Le bandiere compongono un paesaggio complesso, animato da molteplici energie, capace di crescere nel tempo delineando nuove combinazioni di colori e di figure. Le bandiere compongono un paesaggio leggero, che si aggiunge agli elementi disposti sul territorio senza stravolgerne l’identità o forzarne una interpretazione univoca, e allo stesso tempo definiscono un sistema immediatamente visibile e riconoscibile come unità.
IL NUOVO MUSEO ALL'APERTO DEL MONTE SAN MICHELE.
L’area del museo all’aperto del Monte San Michele è attualmente poco attraente. L’insieme risulta estremamente episodico, e questo carattere finisce per svilire anche gli oggetti esposti. Il nostro progetto propone di restituire unità al sistema di edifici, di ridefinirne i legami con il paesaggio in cui si inserisce, e di attribuire dignità monumentale agli oggetti della collezione, pur riconoscendo il valore unicamente documentario degli oggetti esposti. L’area del museo occupa una posizione strategica all’interno del Carso. Non a caso fu scelta per localizzarvi cruciali istallazioni militari. Questo ruolo dell’area all’interno dell’altopiano costituisce il presupposto del nostro intervento. Proponiamo infatti di ricostruire dei rapporti chiari a scala territoriale tra le cannoniere, il nuovo museo, gli spazi aperti e la distesa dell’altopiano.
Il nuovo sistema si compone di quattro parti: l’ingresso e gli edifici amministrativi collocati negli spazi dell’attuale museo, le cannoniere, la piazza panoramica compresa tra l’antiquarium e la biblioteca, e il parco della Grande Guerra. Il portico e la piazza panoramica si dispongono ai due estremi dell’asse principale delle cannoniere, quasi a tradurre in una geometria visibile la geografia sotterranea delle istallazioni militari. In questo modo, i pezzi sparsi che attualmente compongono il museo vengono riuniti a comporre una figura unitaria. La sequenza stabilisce un preciso legame con il paesaggio del Carso: la piazza panoramica si apre verso sud-est, sull’altopiano e sul golfo di Trieste.
Il nuovo museo funziona in modo lineare. La piazza di ingresso, il portico, la biglietteria, le cannoniere, la piazza con l’antiquarium si dispongono lungo una sequenza chiara e spettacolare. Il portico introduce alla visita delle cannoniere, la piazza panoramica appare alla conclusione del percorso sotterraneo: una improvvisa, luminosa apertura sul paesaggio si mostra al termine del percorso buio che si sviluppa all’interno delle cannoniere.
Le cannoniere funzionano come straordinaria anticamera della piazza aperta sul paesaggio. La piazza è definita da due semplici edifici disposti ai suoi margini: una biblioteca di due piani ed un antiquarium a quattro livelli che raccoglie armi ed altri cimeli bellici. Entrambi gli edifici occupano interamente i lati nord-est e sud-ovest della piazza. La biblioteca è un sottile edificio di due piani; l’antiquarium è un alto scaffale a cielo aperto, interamente occupato da cannoni, autoambulanze, camion, automobili, munizioni.
Il nuovo Museo del Monte San Michele funziona come un deposito di memorie. Il museo è pensato come museo a cielo aperto, fatto di grandi elementi di arredo disposti in stretta relazione col paesaggio in cui si inseriscono. L’antiquarium contiene tutti i reperti attualmente sparsi nell’area del museo. L’antiquarium funziona come un grande armadio contenente gli ingombranti prodotti industriali abbandonati dalla guerra, una gran quantità di oggetti robusti e pesanti, che valgono più per il loro carattere di testimonianza che per il loro valore artistico o documentario. I pezzi esibiti, per quanto modesti, vengono allineati accuratamente a comporre un insieme composto ed imponente. La semplice ripetizione dei pezzi attribuisce valore monumentale alla collezione. I pochi pezzi della collezione che necessitano protezione sono collocati al primo piano dell’edificio della biblioteca, in apposite teche che avvolgono lo spazio di ingresso. Arrivando dalle cannoniere o dal museo all’aperto, il grande scaffale dei cannoni definisce con precisione una quinta della piazza; tuttavia, se osservato frontalmente, l’antiquarium è estremamente trasparente, completamente aperto sul bosco dietro di sé. Al di sotto della piazza trova spazio una ampia sala multifunzionale, uno spazio estremamente semplice, aperto sul paesaggio con una grande finestra centrale. La sala è estremamente flessibile, e potrà ospitare piccoli eventi, rappresentazioni, feste, letture, convegni. Nella stagione estiva ulteriori manifestazioni potranno essere organizzate nella piazza affacciata sul paesaggio.
L’attuale parcheggio viene trasformato in una piazza che, liberata dal traffico di attraversamento dell’attuale strada, diventa luogo privilegiato per la vista sulla valle dell’Isonzo verso Nord, mentre il nuovo tratto di strada viene realizzato alla base del terrapieno che contiene la piazza, sfruttando l’andamento esistente del terreno. All’inizio e alla fine del nuovo tratto di strada si trovano due parcheggi di attestazione ed un punto di arrivo per i bus, collegati con la piazza sopraelevata attraverso due piani inclinati. La rampa che collega in parcheggio più grande con la piazza serve anche come punto di accesso per i mezzi di soccorso. Il portico è composto da una copertura in cemento armato sorretta da una serie di pilastri con passo regolare di 2,4 m per una lunghezza complessiva di circa 58 m e una profondità di circa 5 m. il portico inquadra i due modesti edifici esistenti, la casa del custode e l’attuale museo: la sua altezza di 7 m supera infatti di poco i due edifici, inserendoli all’interno di una cornice architettonica definita e mettendoli in relazione tra di loro. Il portico attribuisce unità e monumentalità a questi due edifici modificandone l’aspetto senza procedere a radicali trasformazioni. Il portico, oltre ad essere il dispositivo di inquadramento dei due edifici, consente di raccordare le quote dei differenti livelli del sistema di accesso al nuovo museo all’aperto, composto dalla piazza di ingresso, l’accesso alle cannoniere, le quote di ingresso della biglietteria e della caffetteria e il piano da cui partono i percorsi.
La sua struttura appoggia su di una superficie della stessa larghezza della copertura realizzata in lastre di cemento prefabbricato che, partendo dalla quota di + 261,6 m s.l.m. della piazza esistente si piega dolcemente fino a raggiungere la quota di +262,6 m s.l.m. della piattaforma su cui si appoggia la caffetteria. Gli interventi sui due edifici esistenti sono limitati da una parte ad una ristrutturazione delle pareti perimetrali e, dall’altra, ad una parziale modifica dell’organizzazione interna. Per quanto riguarda le pareti perimetrali, prevediamo di eliminare i rivestimenti lapidei, di togliere le inferriate esistenti ed allargare puntualmente le finestrature per adattarle alle nuove funzioni ed infine di intonacare le pareti. Per quanto riguarda invece la partizione interna dei due edifici intendiamo operare minime modifiche dell’organizzazione interna per trasformare l’attuale casa del custode in biglietteria ed info point, vero primo punto di accoglienza del nuovo museo all’aperto del San Michele. L’attuale museo, una volta realizzato la nuova struttura, sarà trasformato in una cafeteria con terrazza dove potersi fermare ed ammirare il paesaggio. Le gallerie vengono messe in sicurezza, ma restano vuote a causa degli enormi problemi che presenterebbe l’allestimento di un vero museo in tali ambienti, mostrando così solo se stesse in tutta la loro spettacolarità. Una pedana rialzata in acciaio, realizzata con elementi modulari di dimensioni 1.4 x 2 m, corre lungo l’asse principale delle cannoniere che connette il portico con la piazza panoramica. Nei punti in cui la galleria incontra le “stanze” per i cannoni la pedana si allarga con delle piattaforme di osservazione e dove invece incontra le due gallerie trasversali si snoda lungo queste fino ai punti più sicuri ed accessibili. La pedana, attrezzata con prese elettriche per luci e strumenti multimediali e con punti di ancoraggio per pannelli verticali, si configura come una piattaforma infrastrutturale “libera” che permette di trasformare occasionalmente le gallerie delle cannoniere in scenografici luoghi per ospitare alcune particolari esposizioni temporanee ed eventi.
Dalla piazza panoramica è possibile ritornare all’ingresso del museo attraverso il percorso all’aperto principale, pressoché in piano alla quota di + 265 m s.l.m, che corre lungo il fianco del monte delle cannoniere; il percorso attraversa il fitto bosco che copre il monte ed è realizzato in lastre di cemento prefabbricato. Un secondo sistema di percorsi all’aperto che parte dal portico si snoda lungo il parco della Grande Guerra che circonda e permea l’area del San Michele. Un circuito, costituito per la maggior parte da sentieri esistenti, mette a sistema tutti gli elementi presenti nel territorio e si configura come un percorso della storia e della memoria che si staglia tra il paesaggio del Carso. Cippi, monumenti, trincee e punti panoramici sono segnalati lungo il circuito da una serie di piattaforme, realizzate in lastre di cemento prefabbricato, che improvvisamente appaiono nelle radure del fitto bosco. Delle panche in cemento armato a sezione quadrata 50x50cm e dei totem informativi in metallo verniciato di giallo posizionati nelle piattaforme permettono al visitatore che percorre il circuito alla ricerca dei segni della storia di sostare ed imparare, osservare e riflettere.
Le due piattaforme più grandi, ad est e ad ovest del monte delle cannoniere, sono posizionate in chiara relazione alle aperture delle gallerie quasi a rimarcare, come il portico e la piazza panoramica, la geometria sotterranea attraverso la costruzione di una geografia visibile. La loro posizione strategica, dove l’affiorare prepotente della roccia carsica costruisce quinte scenografiche suggestive, e la loro dimensione permette a queste due piattaforme di diventare anche luoghi per eventi e performances artistiche. La piattaforma più ad ovest è inoltre il punto di arrivo del percorso che collega l’area del museo all’aperto del Monte San Michele con l’anello principale.
Il progetto del nuovo Museo del Monte San Michele può essere realizzato per fasi. Gli interventi previsti sono infatti facilmente separabili.