Museo sul Carso Goriziano - Ambito Redipuglia
area panoramica sul Sacrario di Redipuglia
Un museo all’aperto, un grande museo diffuso, deve superare il concetto tradizionale di sequenza museale lineare, con un unico punto di ingresso e un percorso definito e gerarchizzato. Il progetto rende disponibile il patrimonio del Carso goriziano a
modalità di visita molteplici, con continui rimandi ai differenti livelli interpretativi coinvolti. Reciproci collegamenti informativi e morfologici tra i tre poli principali
contribuiranno a rafforzare la rete di connessione simbolica e narrativa fra le varie parti.
Il progetto lavora alla grande scala del paesaggio del Carso goriziano e si relaziona con i vari aspetti che lo contraddistinguono: i rilievi, le depressioni, la vegetazione; ma anche con le realtà urbane che lo circondano, e i piccoli paesi che si situano al suo interno.
La ricchezza di questo sito e gli elementi che lo caratterizzano ci hanno indirizzato verso un duplice progetto che, alla grande scala, non aggiunge altri segni importanti, cercando
di valorizzare i sistemi esistenti, e quando si focalizza sui tre ambiti principali intensifica la consistenza segnaletica degli interventi, proponendo dei landmarks dalle geometrie evidenti che possano dialogare tra loro e con il paesaggio attraverso un delicato sistema di connessioni.
Progetto per l'ambito Redipuglia
Le grandi dimensioni, la qualità materiale, l’astrazione geometrica, il suo connettere la pianura con l’altopiano, la prospettiva illusoria del suo rastremarsi verso l’alto, la
conclusione del percorso lineare di ascesa in un osservatorio che si apre a raggiera verso le principali postazioni legate agli eventi bellici fanno del sacrario di Redipuglia un monumento in cui memoria e territorio risultano indissolubilmente legati.
Il progetto intende intensificare questa esperienza di connessione territoriale restituendo e amplificando le possibilità visive un tempo offerte dall’osservatorio sommitale e oggi impedite dalla crescita della vegetazione. L’impiego di periscopi, strumento usato in trincea per deviare lo sguardo e vedere le linee nemiche senza essere inquadrati nei mirini dei cecchini, consentirà di superare la barriera vegetale e di restituire tagli visuali
verso i poli principali del museo all’aperto e gli altri punti significativi del paesaggio.
Riuniti in una grande installazione cilindrica in corten forato (nella quale sarà possibile inserire della vegetazione), i periscopi guadagneranno una ventina di metri di altezza in
modo da aumentarne l’efficacia sia nell’azione del vedere che nell’essere visti. Si intende fornire così ai visitatori del sacrario un elemento capace di attirarli a percorre la scalinata
e a estendere e arricchire una esperienza che, nella maggior parte dei casi, si limita oggi alla sola base del monumento.
L’insieme dei periscopi si pone in continuità con l’asse del sacrario, poco oltre all’attuale osservatorio che, recuperato, ospiterà funzioni didattiche con installazioni interattive ed
elaborazioni in tempo reale delle immagini catturate attraverso i nuovi strumenti ottici e le webcam sparse sul territorio.
Il trattamento a spirale della pavimentazione, oltre a consentire un dolce collegamento con la quota del parcheggio, svolge una importante funzione nell’evidenziare, per contrasto, la struttura assiale del monumento. L’alternanza di fasce in corten pieno e
forato, di linee di luce e di sedute, la possibilità di inserire listelli che segnalano a terra le principali direzioni visive amplificate dai periscopi, contribuiscono ad attrezzare l’area e a
rendere i visitatori partecipi delle sue qualità spaziali.
La vegetazione
Nell’area la vegetazione esistente non subirà grosse modifiche, si propone tuttavia una possibile riqualificazione ambientale cercando di selezionare le specie arboree presenti e eliminando eventuali specie alloctone estranee al paesaggio carsico.
L’area del Sacrario di Redipuglia rappresenta uno degli ultimi baluardi del dominio biologico Illirico. Una delle evidenze che si vuol sottolineare nella lettura del paesaggio vegetale offerta dai periscopi è proprio questa. Il ruolo di ponte culturale e biologico
che il territorio carsico ha svolto e continua a svolgere nella storia dell’uomo e della natura. Le visuali offrono questo spunto. Da una parte lo sguardo verso i territori carsici la cui vegetazione è ancora molto influenzata dagli elementi termofili illirici, dall’altro lo scemare di questa influenza verso il territorio friulano, più legato ai caratteri vegetali
alpini e centro europei. Osservazione quindi verso il mondo illirico del Monte Ermada e del San Michele, verso quello europeo del Monte nero e verso il sistema costiero del Monfalconese e Aquileia.