CENTRO CULTURALE ROBERTO GRITTI, RANICA (BG)
Il 21 febbraio 2010 a Ranica è stato inaugurato e aperto al pubblico il Centro Culturale Roberto Gritti
L'edificio, che ospita su due livelli, la Biblioteca Civica, un piccolo auditorium, una scuola per l’infanzia e vari spazi per la cultura ed il tempo libero, lavorerà in rete con tutto il sistema culturale della Val Seriana ed è destinato a diventare una delle più importanti strutture del territorio in tale ambito.
L'intervento introduce un salto di scala e nuove tensioni non solo nel sistema urbano ma anche nel sistema sociale, favorendo la creazione di un sistema di relazioni che prima la città non riusciva ad innescare.
L'accento, in particolare, è stato posto sul ruolo degli spazi aperti e sul progetto del "suolo" in quanto area pubblica liberamente accessibile.
Il Centro è pensato per essere un catalizzatore della vita urbana: da un lato laboratorio di formazione e informazione, dall'altro nuova piazza per incontrarsi, comunicare, consolidare nei cittadini un senso di appartenenza al proprio territorio.
Ranica è un piccolo centro, alle porte di Bergamo, che si è sviluppato come propaggine residenziale del capoluogo. In direzione opposta, la valle Seriana e le montagne sono lo scenario naturale nella cui forza si dissolve l'agglomerato urbano.
Il nuovo Centro Civico è un'importante occasione che permette alla città di rafforzare la propria identità ed affermare il proprio ruolo di cerniera tra Bergamo e tutto il sistema delle valli bergamasche.
Il progetto ha posto l'accento, in particolare, sul ruolo degli spazi aperti e sul progetto del "suolo" in quanto area pubblica in grado di attrarre flussi di utenti e di cittadini nei diversi orari della giornata.
La riflessione sul concetto di piazza e di attraversamento dello spazio pubblico ha innescato il processo generativo del "suolo". Storicamente, la piazza nelle nostre città è, in genere, definita dai limiti visivi e fisici degli edifici che la circoscrivono.
Con questo progetto si è cercato di ibridare la netta distinzione tra il pieno (edificio) e il vuoto (la piazza), aprendo l'edificio pubblico alla vita della città e quindi accogliendo i flussi di attraversamento pedonali che penetrano fin dentro la massa edilizia, sollevata dal suolo.
L'edificio è organizzato su due livelli e, perimetralmente, il livello superiore aggetta fortemente rispetto a quello inferiore. L'idea è quella di un grande volume compatto, rivestito in policarbonato, che appare sospeso e sotto il quale il disegno degli spazi aperti si insinua e si fonde con il sistema degli accessi e degli spazi interni.
Il piano inferiore dell'edificio è, infatti, caratterizzato da una forte permeabilità dell'attacco a terra e notevole è l'importanza che assumono gli spazi di intermediazione e di passaggio tra interno ed esterno.
Internamente due corti aperte al cielo perforano il grande volume sospeso portando aerazione e luce naturale al piano terreno.
Alla semplicità e compattezza dei volumi esterni corrisponde la complessità degli spazi interni: tale complessità, pur garantendo una chiara ed esplicita distribuzione delle attività, si esplicita nella creazione di una sorta di scenario urbano.
I volumi che racchiudono gli spazi principali della biblioteca, infatti, sono tutti leggibili come forme geometriche tridimensionali che organizzano il percorso riproponendo, in un interno, un'articolazione analoga a quella della città.
Nell'ampio spazio a doppia altezza della biblioteca le diverse aree funzionali appaiono come volumi indipendenti e di differente altezza collegati in quota da passerelle leggere e tutti in forte rapporto visivo con lo spazio esterno del patio centrale.