piazza Kennedy a Ravenna
Progettazione:
OSA architettura e paesaggio (Capogruppo)
Massimo Acito;
Marco Burrascano;
Luca Catalano;
Annalisa Metta;
Luca Reale;
Caterina Rogai
Collaborazioni:
Benedetta Di Donato;
Francesco D'Ippolito;
Guglielmo Bartocci
RELAZIONE GENERALE DEL PROGETTO
Piazza Kennedy, formatasi nel 1930 a seguito della demolizione di un intero isolato – il quartiere ebraico – è oggi uno degli spazi pubblici più estesi del centro storico di Ravenna e si inserisce all’interno di un’articolata
concatenazione di luoghi di dimensioni e ruolo urbano differenti. In particolare è possibile collocare piazza Kennedy al centro di una sequenza di spazi pubblici di collegamento pedonale tra Piazza del Popolo e il Duomo, alternativo e complementare rispetto al principale percorso
carrabile di mobilità pubblica e privata costituito dall’asse via D'Azeglio‐via Guerrini. Il percorso pedonale è un susseguirsi di spazi ampi e aperti ‐ come Piazza del Popolo e Piazza Kennedy ‐ e raccolti ‐ come Piazza XX Settembre ‐ e percorsi lineari ‐ in cui alla viabilità pedonale si affianca una viabilità carrabile di prossimità ‐ secondo un' alternanza di dilatazioni e contrazioni dello spazio pubblico. I “luoghi dello stare” sono localizzati sempre a “bordo” degli spazi vuoti, questo per la presenza dei portici che definiscono gli ambiti e il carattere d' uso delle piazze definendo un'identità che il progetto sceglie di reinterpretare.
GLI ELEMENTI E I SISTEMI DEL PROGETTO
Il principale elemento della proposta per la nuova piazza Kennedy è la pavimentazione che si distende uniforme su tutta l’estensione dell’area di progetto e che adotta un disegno unitario. Per la pavimentazione si è scelta la pietra di lucerna reperibile facilmente nella Regione (Cave di Bagnolo) e già utilizzata per la sistemazione di diversi spazi urbani a Ravenna. La pietra di lucerna è di facile lavorazione ed estremamente resistente, le qualità estetiche e cromatiche si coniugano perfettamente con le caratteristiche meccaniche.
Il materiale e il disegno della pavimentazione conferiscono al luogo la natura di una piazza resistente, solida, durature e al contempo preziosa, un tappeto minerale in omaggio all’arte musiva ravennate, di cui a tratti evoca il colore dorato degli sfondi; i colori cangianti della pietra di lucerna rimandano all'immagine dei mosaici e conferiscono allo spazio pubblico la ricchezza e la bellezza di un interno.
Le linee principali nello schema sono definite dalle caditoie lineari per il deflusso e il recupero delle acque meteoriche e dai cigli in pietra bianca della pavimentazione storica. Campioni di pavimentazione di pietra di lucerna La pavimentazione è il supporto nobile per una serie di luoghi ed elementi che abitano la piazza: anche qui il riferimento analogico è al mosaico bizantino, ove lo sfondo dorato è il paino astratto su cui si stagliano i personaggi che agiscono la scena.
Il pioppeto è una stanza all’aperto, un’architettura di alberi ispirata la paesaggio locale e definita da un baldacchino di chiome alte, trasparenti, leggere, sensibili al vento e alla luce. È uno spazio raccolto, accogliente e piacevolmente ombroso durante le stagioni più calde. Durante l’autunno le foglie assumono i toni del giallo intenso, contribuendo all’immagine di una piazza d’oro. In inverno gli alberi privi di foglie lo rendono solatio e luminoso, garantendone così la fruizione durante tutto l'anno.
Il miroir d’eau è una fontana dalla molteplice identità: alimentata da bocchette disseminate nel pavimento, offre scenari diversi. Quando le bocchette emettono acqua sommessamente, si forma una superficie continua, un velo d’acqua che ricopre il pavimento con pochi centimetri su cui poter camminare e ottenerne refrigerio nei mesi estivi, uno specchio, appunto, in cui si riflettono gli alberi, il cielo, la gente. Quando le bocchette emettono acqua con più forza in forma di getti più alti, il miroir diventa un dispositivo ludico interattivo, ove poter giocare con l’acqua e rinfrescarsi, secondo quanto avviene da molti anni con molto successo in numerose piazze francesi.
Ma il miroir, come un miraggio, talvolta può scomparire e quando le bocchette non sono attive la sua superficie asciutta si integra perfettamente con il disegno della pavimentazione e consente di rileggere la piazza come un sistema unitario. La pedana attrezzata è il dispositivo che raccoglie i servizi essenziali in dotazione alla piazza: l'edicola, la banchina per la fermata dei mezzi pubblici, un bar con un dehors per il ristoro e il punto informazioni. Lo scopo è di individuare i servizi e le attività e i relativi ambiti d'uso esterno, di collocare un punto informazioni lungo il percorso pedonale Piazza del Popolo – Duomo e di definire il limite tra l'ambito pedonale e quello carrabile su via D’Azeglio, con un effetto di semplice e rapido orientamento tanto per gli abitanti quanto per i turisti e i visitatori. Inoltre la pedana serve da banchina per il servizio di trasporto pubblico, in particolare per consentire ai disabili l'accesso agli autobus già in quota. La pedana è in continuità con il pavimento della piazza sul fronte verso via D’Azeglio; sul fronte opposto si solleva dal suolo funzionando appunto da banchina per la fermata dell’autobus verso via Guerrini e da lunga panca lineare sul fronte interno, verso la piazza. La pedana è in calcestruzzo prefabbricato con una bella finitura a faccia vista. La pensilina, la zona ristoro, l'edicola e il punto informazioni hanno una struttura in profilati d'acciaio e un rivestimento in acciaio corten. La tecnologia scelta è completamente a secco e quindi di rapido assemblaggio.
ACCESSIBILITÁ E FRUIZIONE
Uno degli aspetti più rilevanti per il progetto dello spazio pubblico è la fruibilità: la proposta immagina una piazza totalmente traversabile sia a piedi che in bicicletta, ovunque percorribile. La decisione di non introdurre barriere architettoniche consente la piena accessibilità anche ai disabili.
La viabilità carrabile è negata, a meno di alcune concessioni legate agli usi, con una minima funzione di accesso ai veicoli per il carico/scarico delle merci a servizio delle attività commerciali presenti sulla piazza, e per l'ingresso/uscita delle vetture con portatori di handicap. Dissuasori mobili consentono la chiusura temporanea di tutta o di parte della piazza. La sosta breve è possibile esclusivamente lungo via Gioacchino Rasponi.
Il progetto propone la piazza come uno spazio pubblico flessibile, adatto agli usi diversi che uno spazio aperto urbano è chiamato a soddisfare in una città in continua trasformazione, adatto pertanto sia ad accogliere i grandi eventi sia ad essere scenario della vita quotidiana degli abitanti. La totale disponibilità del grande spazio vuoto della piazza permette di ipotizzarne diversi scenari d'occupazione temporanea come mercati ambulanti, manifestazioni ed eventi culturali: spettacoli teatrali, danza, cinema all'aperto e concerti. In particolare la piazza potrebbe essere inserita tra gli spazi per gli eventi del Ravenna Festival.
La proposta permette di ipotizzare anche nuovi usi permanenti, l'intervento si definisce aperto rispetto allo sviluppo futuro di diverse destinazioni d'uso.
I SEGNI DELL’IDENTITÁ STORICA DELLA PIAZZA
Piazza Kennedy è per Ravenna un luogo particolare, dove proprio l’assenza per paradosso rende visibile la storia che vi è trascorsa: assenza delle architetture e degli usi che nel tempo si sono stratificati e avvicendati: il quartiere ebraico, la chiesa di Santa Agnese, un mercato di cui probabilmente restano le tracce nei ricorsi di pietra bianca ancora presenti sul suolo oggi occupato dai parcheggi. La consapevolezza della storia del luogo e delle architetture che lo hanno abitato è stato un motivo importante per la proposta progettuale: attraverso il grande vuoto, si vuole evocare il pieno dell'isolato esistente.
Il pioppeto sul lato Nord‐Ovest individua la traccia della chiesa di Sant'Agnese; il disegno della pavimentazione reinterpreta la presenza degli orti nella fitta tessitura lapidea dei ricorsi di fronte a Palazzo Rasponi; gli antichi cigli in pietra bianca sono gli elementi ordinatori del nuovo disegno, ove risaltano sia per colore (la pavimentazione storica è l'unica di colore bianco), sia per geometria, di volta in volta coerente oppure contrapposta alla direzione prevalente di tessitura.
LO SCENARIO NOTTURNO
La regia dello scenario notturno procede per sistemi diversi e complementari. Il primo sistema è costituito da luci a incasso nel pavimento (segna‐passo) con funzione di segnalazione e di orientamento. Lo schema dei segna passo è integrato con il disegno della pavimentazione in pietra, infatti durante il giorno gli elementi illuminanti si mimetizzano con la pietra a correre della pavimentazione. La trama delle luci segue quella della pietra e introduce un grado di complessità contestualmente all'infittirsi del disegno. L'impianto per l'accensione dei segna passo permette l'isolamento di alcuni elementi consentendo alla piazza diverse coreografie di luce.
Il secondo sistema funziona come illuminazione di sicurezza e di accento ed è costituito da una teoria di pali posti lungo l'asse di via Gioacchino Rasponi, alti nove metri, ognuno dei quali è supporto per pali proiettori variamente orientabili. Un unico palo può sostenere uno o più proiettori, fino a cinque, con combinazioni infinite di rotazione dei corpi illuminanti per una regia luminosa molto flessibile. L’effetto voluto è quello di poter disporre la luce secondo le necessità, senza una successione troppo regolare, variando la direzione e l’intensità luminosa. Il luogo viene così messo in luce con chiari e scuri, sempre nei limiti della sicurezza.
L'orientamento dei proiettori rispetta le normative in materia di contenimento dell’inquinamento luminoso della volta celeste. Un terzo sistema, di coreografia e di sicurezza, segna il bordo della pedana.