Il borgo sostenibile di Figino.Milano (2a fase)
cORTI
Progettisti
2 architetti Enrico Garbin (capogruppo)
De8 architetti Mauro Piantelli- Massimo Bressanelli – Carlo Vailati – Cristian Sangaletti
Consulenti
Riva-Chiarello-Muscolino-Minnini (one works) viabilità e trasporti
Stefano De Cerchio (S.C.E. srl) strutture
Remo Massacesi (studio Massacesi) impianti meccanici
Emanuela Borio landscape
Monica Schultz (transsolar) bioclimatica
Gianpiero Aresi (studio 3 ) computi
Laura Lombardi (duelle studio) acustica
Daniele Delonti narrazione fotografica
Con
Andrea Olivotto -Michele Cavalleri – Dario Perego – Annalisa Masoni – Michael Uy – Emanuela Zanotti – Lavinia Pasquini – Giovanni Delfino – Alberto Bruno ( De8 architetti)
Figino è un lembo della campagna milanese rimasto pressoché integro. I fatti urbani rilevanti dell’area sono le cascine: più semplici e povere quelle di Figino, imponenti e strutturate quelle dell’hinterland.
Il territorio è fortemente marcato dalle infrastrutture, e da elementi naturali o seminaturali: la centuriazione agricola, i fontanili con i lunghi filari d’alberi, le macchie boschive.
Il progetto si relaziona alla scala infrastrutturale e alla scala locale. Si individuano due tipologie residenziali di progetto: le torri nel verde e le nuove cascine. Le torri situate all’estremità est del comparto costituiscono una porta urbana che si relaziona con la tangenziale; le corti sono una moderna interpretazione della cascina lombarda.
La scelta di destinare ampi spazi aperti del borgo all’ ibridazione fra città e campagna è una scelta di sostenibilità. Nell’assetto generale e nella tipologia d’impianto, il progetto accoglie la maglia geometrica che definisce il paesaggio agrario a grande scala, scomponendola, per avvicinarla alle proporzioni tipiche dello spazio dell’uomo e dell’abitare.
L’intervento è concepito come isola ambientale: il traffico veicolare è esclusivamente perimetrale ed i parcheggi sono prevalentemente sotterranei.
La spina infrastrutturale del comparto è costituita da un percorso ciclo pedonale che si snoda tra le corti delle nuove “cascine”.
Le cascine presentano una cortina edificata continua e in elevazione in direzione di Figino aprendosi e riducendosi in altezza verso la campagna. Gli edifici nel complesso presentano forme “spezzate”, in apparenza non standardizzate per contrastare la tendenza alla serialità che spesso contribuisce ad una s-personalizzazione delle unità abitative.
Nelle torri le cellule aggregate conferiscono una lunghezza variabile al corpo di fabbrica fino all’altezza degli alberi circostanti, poi l’edificio si ricompatta e svetta in altezza.
I moduli alloggio si basano su principi distributivi condivisi: il doppio affaccio degli alloggi, il concetto di open-space articolato dai nuclei di servizio.
I servizi comuni locali ed integrativi per l’abitare sono volumi isolati collocati ai piani terra, relazionati alle corti, veri punti di aggregazione della comunità.
Il sistema costruttivo dell’edificato prevede l’utilizzo di strutture in c.a per le parti basali dei volumi, mentre i piani alti dell’edificio sono realizzati utilizzando pannelli prefabbricati portanti stratificati in legno del tipo “X-Lam”.
La possibilità di collegare l’area di intervento alla rete del teleriscaldamento del vicino termovalorizzatore consentirà una notevole semplificazione del sistema “edificio-impianto”
Il progetto prevede una forte integrazione delle aree a verde con l’edificato già dalle fasi di cantiere. Piantare oggi, costruire domani: si prevede una sostanziale anticipazione delle opere di realizzazione del paesaggio _ preverdissement.