San Giovanni in campagna ECCLESIA BAPTISMALIS
Lettura e restauro conservativo di un monumento
A Bovolone, piccola cittadina della “bassa“ veronese, si trova il complesso battesimale di S.Giovanni composto di due chiese, la più antica a planimetria maggiore rispetto agli attuali alzati, l’altra a pianta ottagonale nel suo corpo principale. Nonostante gli studi storici, le campagne di scavo archeologico ed il restauro conservativo, non si può dire con certezza se la primitiva chiesa sia nata battesimale o lo sia divenuta solo dopo l'erezione del battistero, né per quanto tempo sia stata pieve, ma certo è che ha svolto il fondamentale ruolo sacramentale per più di mezzo millennio, dall'VIII al XIII sec. Tale autorità-funzione, di cui solo l'ecclesia baptismalis aveva potestà, ha agevolato la permanenza del complesso nel tempo, fino al bassomedievo, periodo dove inizia il declino che lentamente condurrà l'ecclesia allo stato di rudere, priva di memoria ed il battistero alla falsa identità di fabbrica cinquecentesca. La storia del monumento è strettamente legata alle migrazioni dell'abitato bovolonese concentrato in IX sec. nel Castrum e in XIV sec. nella Villa. Il restauro del complesso si è rivelato meravigliosa opportunità di ricerca e di lettura, non solo del modo di vivere ed operare della nostra civiltà dal periodo paleocristiano-altomedioevale ad oggi, ma anche dei profili umani più notevoli che qui hanno lasciato un segno. Ora, le datazioni dei materiali fornite dalla termoluminescenza, la comprensione stratigrafica, i riscontri archeologici, le analisi delle malte e l'apparato iconografico, hanno formato un corpo di conoscenze che ha trovato logica integrazione con gli eventi della storia locale e con le dinamiche del territorio. L'analisi incrociata dei dati ha aiutato a decifrare il sistema, connotandolo nella specificità e nel periodo di appartenenza, tanto da poter affermare che la prima chiesa è sorta al più tardi in VIII sec., se non già in V-VI. L'intima conoscenza degli oggetti si è tradotta in fase di conservazione in una maggiore responsabilità etica verso la testimonianza materiale, al punto da poter definire il progetto “opera di stratificazione intenzionale”. Il restauro protrae nel tempo la piena complessità comunicativa del documento, che depurato dagli inquinamenti e ricondotto alla spazialità sacra, vede riedificata “l'architettura di relazione” che l'ha prodotto. Le necessarie ricostruzioni denunciano, con la tessitura ed i materiali impiegati, la loro attualità, pur essendo in armonia con la sede ospitante. La conservazione dei rapporti stratigrafici, dei valori di superficie e di massa di ogni fase di vita dell'edificio ha ricondotto il segnale ad una intensa forza espressiva.
La visita del complesso permette la completa lettura degli otto principali periodi di vita del monumento.