Il luogo oggetto del concorso, richiede un’operazione efficiente ed entusiasmante, capace di garantire alla scuola materna una forte condizione rappresentativa, facilmente identificabile, sia nella mente dei bambini che degli adulti, a livello cittadino e territoriale. Il profilo frastagliato dell’edificio riprende la tipologie classiche e note dei tetti inclinati delle case popolari, così come le montagne lontane verso le quale si apre. Situato nel limite geografico di Cazzago San Martino, il progetto si materializza come un oggetto architettonico a metà strada tra il locale e il territoriale. A questa doppia condizione in scala e ai riferimenti si unisce la ricerca per l’ottimizzazione dell’orientamento e l’apertura di viste verso il paesaggio. L’oggetto quindi si espande e si articola in cerca di orientazioni soleggiate per le aule, cresce verso i limiti del terreno in cerca di montagne lontane o si ritorce generando un’accogliente zona di accesso nella piccola scala urbana.
In questo modo, il progetto crea un ambiente, un "terreno di gioco", basato su più percorsi, la cui forma deve essere "il mai visto", nel senso che non deve comunicare la funzione attraverso una forma codificata; un ambiente nel quale il corpo possa liberamente creare nuove forme di relazione con esso quando i punti di riferimento o gli indirizzi dominanti spariscono. È in questo momento che il corpo dà significato allo spazio. Quindi, attraverso un atto di decontestualizzazione urbana, si producono nuove geografie e l’edificio si converte in un contesto di nuovi riferimenti soggettivi, in cui ogni bambino crea il proprio ambiente. Questo obiettivo si regola a sua volta, alla necessità di orientamento semplice e chiaro nel quale l’immaginazione può generare significati propri all’interno dell’edificio. In questo modo si produrranno diverse interpretazioni individuali e si creerà un’affinità collettiva a un determinato luogo.
Il volume edificato si concentra all’estremo ovest del territorio liberando la superficie che presenta una maggiore proiezione verso il paesaggio. Dal suo impianto, l’edificio si prospetta come un punto di passaggio tra il mondo urbano e quello naturale, tra il locale e il paesaggio, tra ciò che è regolato e codificato ed ciò che è aperto e libero.
L’accesso è organizzato partendo da uno spazio esterno raccolto dal proprio edificio che forma l’anticamera dello stesso. Questo spazio è un’area separata dall’ambiente circostante. A partire da questo spazio, l’accesso proietta i bambini uno spazio proprio, diverso, con piani bianchi, vetri colorati, patii di vegetazione… La forma stessa dell’edificio invita a entrare verso l’ingresso principale, che fungerà da area di giochi interna. Questo ingresso consente di accedere in modo diretto alle diverse ali grazie alla sua posizione centrale all’interno del complesso. Ognuna di queste estensioni presenta un programma diverso: le aule, la mensa, la sala polivalente di psicomotricità e l’amministrazione. La cucine e gli impianti si trovano subito dopo la mensa nella parte estrema meno accessibile per i bambini con accesso circolare diretto di carico e scarico dall’esterno.
Intorno all’ingresso centrale/zona dei giochi interna, sono presenti diversi spazi collegati . Una catena del progetto funge da passaggio tra l’area centrale e le diverse ale dell’edificio. Questi spazi servono per diverse funzioni come patii di vegetazione, che illuminano l’interno e avvicinano ancora di più la natura ai bambini, bagni comuni, una piscina con palline colorate e soglie di accesso. La permeabilità e la geometria dell’edificio genera visuali costanti incrociate negli spazi comuni e verso il paesaggio lontano delle montagne attraverso questa catena di spazi. L’obiettivo è creare un percorso interno che presuppone un’esperienza di arricchimento per i bambini.
Le aule sono raggruppate in due diverse ale orientate a sud e protette dall’eccessiva esposizione al sole da un portico che genera un’ombra, dal quale si staccano persiane di legno. In uno di questi si trovano le due sezioni di micronido, e un dormitorio e nell’altro le cinque aule oltre a un altro dormitorio. I servizi presenti ogni due aule sono unità compatte con armadi per il materiale, banchetti, fasciatoii, biberon e i servizi infantili. Partendo da queste unità viene progettato un sistema di suddivisioni flessibile che permette diversi tipi di compartimentazioni in modo da poter creare cinque aule separate o un unico grande spazio suddiviso senza supporti e con vista sullo spazio dei giochi esterno. La ricca configurazione degli spazi concatenati consente un utilizzo versatile degli stessi e facilita l’organizzazione dei giochi. È uno spazio ricco e variabile.
La relazione di figura-fondo tra l’oggetto edificato e lo spazio esterno è di equivalenza. L’edifico invade lo spazio verde allo stesso modo in cui questo penetra l’edificio. Si circondano reciprocamente conferendo ai bambini un contatto intenso con lo spazio naturale circostante. Lo spazio esterno da gioco è essenzialmente una grande prateria naturale costellata da “tracce” di diversi materiali e intrecci: sabbia, sughero, acqua, gomma… favorendo la sperimentazione sensoriale e la sensazione di scoperta. Questa prateria, al contatto con i limiti del terreno cresce lievemente nella sua topografia, e il tipo di vegetazione passando a specie di arbusti di grandezza media, genera in questo modo una delicata barriera vegetale che protegge questo spazio. In fine, il perimetro si completa da una chiusura di profili tubolari di diversi colori. È importante curare tutti gli aspetti che contribuiscono a generare un ambiente nel quale i bambini possano identificare come proprio.
L’ala di amministrazione cresce verso ovest fungendo da chiusura dell’ala di accesso e contiene alla sua estremità un parcheggio di carrozzini esterno. All’interno ci sono diverse sale per la Direzione, Segreteria, Sala riunioni e Biblioteca collegata con la Sala polivalente. La sala polivalente si apre a sua volta verso lo spazio di gioco esterno delle aule. Sia l’ala amministrativa che la sala polivalente si trovano a diretto contatto con la via Cardinale Giulio Bevilacqua generando quindi un fronte più urbano e permettendo che il resto del programma si apra con libertà verso il paesaggio e in modo che la zona dei giochi si sviluppi in un ambiente più controllato.
L’edificio è quindi un pezzo che reagisce alle condizioni preesistenti e che cerca il massimo contatto con l’ambiente circostante, oltre che con il suo ambiente culturale e urbano e con il paesaggio su vasta scala. Questo pezzo, quindi, si avvolge e si adatta a queste condizioni dando vita a un edificio delicatamente sfaccettato i cui paramenti verticali si prolungano verso il tetto rimanendo avvolto in una pelle continua di pannelli fenolici bianchi costellati da finestre e lucernari colorati. All’interno dell'astrazione cercata, i colori caratterizzano una delle ali e dei piani favorendo ancora di più l’orientamento e la creazione di un’entità caratteristica.