Cidade Imaginària_3_cor das fachadas: lo spazio e le immagini
cor das fachadas: lo spazio e le immagini
Nel corso di sei giornate si è portata a termine la colorazione di tre facciate di tre abitazioni della favela, una per ciascuna via. Le immagini sulle pareti sono state realizzate dagli abitanti della favela. Una volta terminate tutte le azioni programmate, si è organizzato l'ultimo evento: l'esposizione-festa in cui sono state esposte le opere realizzate e si sono proiettate foto e video dei lavori svolti; la strada è stata il teatro, le facciate il palcoscenico su cui scorrevano le immagini.
La riflessione da cui è sorta l'idea progettuale, ha prodotto negli spazi della favela la realizzazione di due azioni: la colorazione di tre facciate e la proiezione notturna di un video su una parete di un'abitazione. La riflessione speculativa trae la sua origine dal concetto di spazio vuoto e di percezione dello spazio. Si è cercato di trovare un modo di creare un'architettura che riuscisse a portare alla luce e valorizzare, dal punto di vista della dinamica spaziale, quegli stadi tipici della vita in una favela, cioè quei momenti di passaggio delle persone lungo la strada (il camminare), quelle fasi di aggregazione degli abitanti sopra un tetto di una casa (per stendere o per giocare) o sul lato di un piccolo slargo (per mangiare o lavorare), quelle situazioni di stasi e osservazione o corsa e agitazione (per chiacchierare o divertirsi).
Il progetto è nato proprio dal concetto di come creare, in maniera naturale e quindi non invasiva, un movimento dello spazio della favela; questo per offrire alla favela e ai suoi abitanti un'apertura, una visione alternativa del proprio spazio di vita, un segno di cambiamento spontaneo.
L'immagine proiettata su un fronte notturno della favela ne trasfigura lo spazio; questo prende forma di spazio in negativo e attraverso di esso si genera un vuoto che permette ai vari componenti della scena di essere percepiti in modo mobile, dinamico.
Lo spazio viene alterato e mescolato in maniera visibile ma intangibile, dando all'osservatore la sensazione destabilizzante di essere in più luoghi contemporaneamente, poiché la misura dello spazio è momentaneamente scomparsa.
Durante la proiezione delle immagini sulla superficie dell'abitazione, si creano automaticamente, nell'immediato intorno, dinamiche di appropriazione degli spazi completamente improvvisate: porzioni di strade, soglie di case, tetti, pali della luce, pile di materiali accatastati, sono tutti componenti che entrano a far parte di un movimento spontaneo dello spazio. Si destabilizzano i ruoli dei luoghi, provocando contraddizioni. Si crea uno spazio vuoto, in movimento, si provocano rivoluzioni dello spazio.
Il medesimo principio ricercato nell'idea progettuale della trasformazione dello spazio attraverso la proiezione di immagini sopra una superficie della favela, lo si ritrova nell'attività principale.
In questo caso l'evento estemporaneo non è ristretto ad una proiezione notturna, ma si ritrova ad essere distribuito in più giornate, durante le quali gruppi di persone, uno per via, si auto-organizzano per dipingere la facciata della casa prescelta.
Il progetto contempla il coinvolgimento di artisti locali abitanti del posto, per riuscire a dare una connotazione maggiormente creativa e studiata all'opera di colorazione. Grazie all'intervento di un grafitero della favela è stato possibile realizzare l'intero lavoro secondo le dinamiche predisposte.
Le motivazioni dell'intervento vanno ricercate certamente nella pragmatica utilità di un lavoro di miglioramento dell'abitazione, nell'indubbia valenza urbanistica e architettonica che l'uso del colore di facciata ha in un contesto urbano (anche se in un simile contesto appaiono prioritari altri studi e altre riflessioni) e nell'altissimo valore intrinseco che ha il coinvolgimento effettivo degli abitanti nella realizzazione dell'opera; ma l'idea del progetto nasce soprattutto dal concetto di apertura della favela verso nuove prospettive, nuovi scorci, nuove visioni.
L'intento è quello di creare un elemento aggiunto nell'insieme dello spazio considerato, un componente che provochi un disequilibrio delle forze in gioco così da suscitare alterazioni dello spazio, movimenti, sguardi obliqui.
La strada, il camminare, fa parte dello spazio di intervento, in quanto scena, quinta dell'opera realizzata. L'immagine disegnata e colorata sulle superfici delle case si pone in relazione con il movimento della strada, crea un gioco di luci, di viste, di spazi pieni e spazi vuoti.
Il colore della facciata assume anche un valore simbolico in quanto è un segno che conferisce visibilità alla casa e a tutta la strada e rappresenta, quindi, il manifesto di sviluppo dell'intera favela.