Il progetto della casa della musica è finanziato dal programma della Regione Puglia denominato Bollenti Spiriti.
Si tratta di un iniziativa tendente a favorire la riappropriazione degli spazi in disuso e di proprietà pubblica da parte delle nuove generazioni.
Questo progetto commissionato dal Comune di Ostuni, prevede il riutilizzo e la progettazione di una parte del convento dei frati Cappuccini che nei secoli ha ospitato il carcere, la caserma dei vigili del fuoco, fino a ridursi a mero deposito.
Il progetto redatto dagli Architetti Aldo Flore e Rosanna Venezia, con Angelo Cariulo, prevede la riorganizzazione urbana di un tessuto sedimentato e divenuto, a dispetto della sua collocazione urbana, marginale.
La Casa della musica, pertanto, si apre alla città, non più carcere, caserma, caratterizzati da muri alti che rendevano impenetrabile lo spazio, ma perimetro e quinta di una piccola piazza, agorà, luogo di scambio per la cultura giovanile.
Il progetto vuole recuperare ridefinire gli spazi esistenti, ritmando la priorità.
Lo spazio polivalente per mostre e concerti si apre verso la piazza e ne mantiene la scansione delle pavimentazioni, lo spazio aperto che attraverso la grande vetrata intravede e dialoga con il fermento delle esposizioni. Nella biblioteca stretta e lunga coperta da volta a botte vengono riaperte le bucature ad arco che negli anni, a seconda degli usi, venivano tamponate, modificate. Si ripropone così il passo irregolare di un architettura non progettata, auto-costruita, di un' architettura al margine, che proprio per questo va tenuta in massima considerazione.