1.
La nuova biblioteca della Camera di Commercio di Genova si colloca all’interno del palazzo Tobia Pallavicino, aggiungendosi al sistema di edifici per la cultura di strada nuova (tra cui i musei di Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Doria Tursi, la sede del Municipio presso Palazzo Tursi). Per inserire i nuovi spazi nel complesso programma di eventi che si sviluppa all’interno di questo sistema, è necessario che la nuova biblioteca appaia come luogo accogliente, accessibile, pubblico. Per questo motivo la nuova biblioteca dovrà mostrarsi all’interno di palazzo Tobia Pallavicino con chiarezza, rendendo evidente il suo ruolo urbano, pur all’interno dell’edificio esistente.
Il sistema di strada nuova sembra suggerire una strategia di intervento, fornendo interventi esemplari, che possono guidare la nostra proposta per la nuova biblioteca. Nell’immediato dopoguerra infatti, di fronte alle rilevanti distruzioni causate dai bombardamenti, Franco Albini e Franca Helg intervengono nei musei di Palazzo Bianco e Palazzo Rosso, facendosi mediatori tra il pubblico, gli edifici storici e gli oggetti esposti. Albini ed Helg non intervengono sugli spazi, semplicemente li disseminano di segni ed oggetti che ne suggeriscono possibili usi, ne sottolineano rapporti spaziali, definendo così un nuovo insieme di possibili relazioni.
2.
La storia del Palazzo di Tobia Pallavicino, poi Carrega–Cataldi, comprende differenti fasi di sviluppo e trasformazione. Il palazzo costruito tra il 1558 e il 1561 non possiede un cortile, e si apre su un giardino pensile affacciato su piazza del Ferro alla quota della sala detta “del Bergamasco”, secondo l'articolazione distributiva documentata dalle incisioni del Rubens. Il giardino viene trasformato in cortile interno dai nuovi proprietari (Carrega) intorno alla metà del XVIII secolo. La quota del cortile viene così abbassata per coincidere con quella di piazza del Ferro e il giardino si trasforma in un grande vuoto interno, che unisce i differenti livelli dell’edificio. In questa fase il palazzo sembra letteralmente tradurre in casa la città, mostrando nella sua organizzazione interna le tracce della complessa situazione orografica e urbana in cui è collocato. Nel 1946 l’edificio viene restaurato dopo i danni procurati dai bombardamenti della guerra e, si delinea l’assetto attuale del palazzo: la realizzazione di un nuovo solaio nel cortile alla quota di via Garibaldi (consentito dalla copertura vetrata del cortile messa in opera nella prima metà del XX secolo) divide quello che era un sistema spaziale unitario, separando gli ambienti di rappresentanza connessi a via Garibaldi da quelli accessibili da piazza del Ferro, che diventano, di conseguenza, un insieme di magazzini bui e di locali poco significativi.
Nel XVIII secolo l’offerta spaziale del palazzo appariva, quindi, più ricca e complessa dell’attuale. La sequenza degli spazi rappresentativi (ingresso, sala “del Bergamasco” e cortile) si sviluppava su più livelli, mettendo in comunicazione (anche visiva) le due quote degli ingressi su strada nuova e su piazza del Ferro. L’edificio sfruttava meglio le risorse legate alla sua posizione nella città, definendo un ricco paesaggio interno in cui accogliere i gesti quotidiani dei suoi abitanti. La realizzazione della nuova biblioteca della Camera di Commercio fornisce un’occasione per ottenere nuovamente la ricchezza e la complessità dell’impianto descritto nelle incisioni di M.P. Gauthier, e per ristabilire il legame tra il palazzo e la città che lo circonda.
3.
Proponiamo di rimuovere il solaio che copre la sala centrale del piano fondi e costituisce l’attuale pavimento del cortile interno. Rimosso il solaio, si mostra la possibilità di utilizzare la sala centrale del piano fondi come stanza a cielo aperto (il cortile infatti è già coperto), illuminata naturalmente dall’alto, ed accessibile direttamente dalla quota di piazza del Ferro. La sala viene così occupata da una grande stanza quadrata, interamente rivestita di libri. La nuova stanza dei libri stabilisce una relazione con le grandi sale di lettura europee. Al di là delle sue dimensioni relativamente ridotte (un cubo di 7,50 m di lato), la stanza dei libri attribuisce alla collezione della biblioteca della Camera di Commercio un ruolo esplicitamente monumentale, adeguato al sistema urbano in cui si va ad inserire. Dalla quota superiore, provenendo da via Garibaldi, è possibile entrare nel Palazzo, attraversare la sala “del Bergamasco” e affacciarsi sulla stanza dei libri. In un sorprendente capovolgimento, una voragine di libri si apre al di sotto del cortile settecentesco. Il cortile appare letteralmente fondato sulla collezione di libri della Camera di Commercio.