Boscolo Exedra Hotel. Milano, Italy
Due grandi vetrate sulla via pubblica mostrano, come grandi acquari, un nuovo mondo, ospitale, nel quale il bianco scintillante delle pareti fa da sfondo al passaggio continuo degli ospiti, figure in movimento all’interno di quella che si scopre essere la hall del Boscolo Hotel Exedra di Milano.
E’ la novità nel concetto di ospitalità la prima caratteristica dell’albergo, una caratteristica che si esplicita nella scelta forte di aumentare gli spazi pubblici dell’hotel, posizionando il desk di ricevimento in posizione defilata, favorendo dunque una accoglienza più intima, attraverso il contatto umano con il personale, che riceve il cliente in maniera informale già al suo primo passo in questo nuovo mondo.
Lo spazio dell’hotel è progettato per costruire una emozione nell’ospite, con gesti architettonici netti, di grande impatto, eppure amichevoli: il grande segno rosso all’ingresso, che invoglia ad entrare già quando si passa sul marciapiedi esterno, e poi la luce che cala attraverso due grandi fori a tripla altezza, che accolgono un intreccio di sottili tubi in acciaio specchiante e le grandi colonne sfaccettate con intagli di acciaio lucido colorato.
I primi tre piani dell’hotel si fondono nella hall, scendendo verso la champagnerie e poi verso il bar attraverso due scale-sculture in acciaio specchiante, con inserti in bronzo graffiato, oppure salendo con lo sguardo seguendo le spirali intrecciate dei tubolari in acciaio.
Grandi tagli nel soffitto svelano un disegno molecolare delle luci, che accompagnano le persone fino alla reception per poi concludere il tragitto nella museum-hall. Qui le pareti, rivestite con una boiserie nera, specchiante, ospitano opere d’arte, che si rinnovano con i ritmi artistici della città, a sottolineare il legame con Milano, proponendo lavori di artisti esposti nei musei cittadini.
Il ristorante, ideale proseguimento della hall, è uno spazio “total black”, dove la curva dell’edificio permette di svelare lentamente il passaggio dal nero assoluto al bianco striato del marmo del ristorante di pesce. Il dialogo tra i materiali si fa serrato, in un continuo alternarsi fra la pelle nera e il legno rigato, con le pareti che si trasformano in sedute quando incontrano i bovindi che si susseguono lungo la curva.
E’ un ritorno alla Milano degli anni Cinquanta, alle relazioni intessute fra l’architetto e l’artigiano, in un dialogo costante tra progetto e materiali, per costruire un cosmo completo e complesso, sofisticato e ricco. Ogni materiale esibisce le sue caratteristiche estreme, coniugando la migliore tecnica con una sapiente manualità.
Le camere, 150 circa, costruiscono un mondo di relax, nel quale è più forte l’intento di progettare un edificio non da designer ma per designer, che apprezzino lo sfondo semplice ma raffinato degli elementi delle stanze, costruiti per definire un’oasi di pausa dopo la frenetica vita condotta al di fuori dell’hotel.