Centro Fieristico della Spezia
Una fiera in forma di “promenade architecturale”
Il nuovo padiglione della Fiera della Spezia fa parte di un importante intervento di interesse collettivo per la città. E’ stato realizzato in un’area industriale dismessa; un ex pastificio.
Dagli anni 60 quest’area ha subito una forte trasformazione. Il primo intervento è stato un palazzetto dello sport di forma vagamente tirolese. Più recentemente è stato realizzato un multisala che, disattendendo totalmente le indicazioni nel piano particolareggiato, è stato risolto con un banale prefabbricato rivestito di lamierino.
La fiera è stata realizzata per ultima, il lotto di pertinenza è di forma pressoché rettangolare, il lato più corto si affaccia a sud su via Carducci, principale arteria di collegamento tra città e sistema autostradale, quello a nord sul multisala, ad est confina con l’area del palazzetto dello sport e ad ovest con via del Canaletto.
Il canale Dorgia, sempre secco ma con ambizioni da grande torrente, attraversa l’area da nord a sud e divide la fiera dal palazzetto.
Progettualmente la forma dell’edificio ha dovuto fare i conti con quattro confini ben determinati ed invalicabili: due strade con le rispettive fasce di rispetto, il fronte finestrato del cinema e le potenziali inondazioni del povero Dorgia.
Il principale asse di orientamento dell’edificio è parallelo al Dorgia e deriva dal marcato impianto longitudinale del lotto e dai suoi confini; la nuova costruzione dà un grande risalto a questo allineamento.
L’edificio adibito a fiera risulta lineare nelle forme: un parallelepipedo allungato e ripiegato su se stesso che, partendo da terra, termina con un forte sbalzo che protegge l’ingresso verso l’edificio esistente del cinema multisala. La forma dell’edificio nasce dall’idea di realizzare una “promenade architecturale” che dal punto più alto dell’edificio si snoda lungo uno spazio “museale-espositivo” verso il basso. Il profilo interno della rampa di percorrenza appare all’esterno come un “gigantesco” tubo di metallo che si avvolge su sé stesso.
Questa forma così caratterizzante diventa anche elemento ordinatore della distribuzione interna, garantendo una corretta gerarchizzazione degli spazi senza togliere omogeneità all’insieme. Lo spazio unitario può ospitare differenti funzioni simultaneamente oppure essere utilizzato come contenitore unico.
A piano terra sono previsti gli ingressi al pubblico e quelli di servizio e gran parte delle aree per l’esposizione che, senza soluzione di continuità, si snodano lungo gli spazi del piano intermedio e del primo.
Proprio il primo piano può essere utilizzato separatamente dal resto dell’edificio, per esposizioni tematiche o riservate ad un pubblico selezionato, grazie ad un ingresso e ad un corpo, in cui trovano posto dei collegamenti verticali, che può essere adibito ad questo specifico uso.
La fiera diventa, grazie alla sua posizione, un’ideale porta della città, affacciandosi in modo molto significativo e scenografico su via Carducci, con una vetrata che si apre parallelamente alla strada e che è sovrastata da una unica copertura metallica che al tempo stesso diventa elemento unificatore dell’organismo architettonico.
Al piano superiore si accede tramite una rampa continua che partendo dal piano terra collega il piano ammezzato e raggiunge il primo piano, ma anche da un ascensore posto in prossimità dell’ingresso principale, collocato nel corpo scale precedentemente descritto. Il piano si affaccia su quello sottostante creando un ambiente unico e di grande impatto ed il suo solaio si conclude all’esterno con un forte aggetto che genera un grande affaccio sullo spazio esterno sottostante.
La struttura dell'edificio è in ferro verniciato e il suo involucro è costituito da ampie vetrate e pannelli di zinco-titanio.