Fontana Candida
"menoèpiù2"
Il modello insediativo della scuola di Fontana Candida
discende da una attenta e critica lettura del contesto.
L’edificio si trova all’interno di un ampia zona verde,
residuo e memoria dell’Agro romano.
L’area di intervento è compresa tra due margini, segni
geografici ed artificiali che marcano il territorio:
_ la strada di distribuzione alla futura lottizzazione
_ il fosso di Tor Bella Monaca
Entrambi definiscono il confine, il limite tra il tessuto della
città, con le sue regole geometriche e le sue giaciture, e il
mondo naturale e non progettato dell’Agro Romano.
In considerazione di questa prima osservazione abbiamo
concepito l’edificio della scuola come ispessimento di un
margine, ovvero la costruzione del bordo tra parco e città
– spazio limite tra il mondo artificiale e quello naturale.
In questo senso l’edificio non ricerca rapporti prospettici
o continuità urbane con l’asse viario, semplicemente si
attesta sulla strada, come su un limite invalicabile.
Al tempo stesso la struttura del luogo, la natura e la
collocazione della porzione di territorio che la scuola
andrà ad occupare – una piccola porzione del più ampio
territorio del parco – ci ha suggerito di perseguire una
relazione complessa tra la scuola e il parco; una relazione
ibrida, a cavallo tra la sparizione e figurazione.
L’edificio è dunque interamente ad un piano; caratterizzato
da una estesa copertura piana trattata a tetto-giardino;
un pattern di quadrati di diversa dimensione orientati,
come del resto l’intero edificio, secondo il tessuto della
porzione di città al di là del Fosso di Tor Bella Monaca,
investe la scuola e il parco, definendone spazi e usi, pieni
e vuoti. Dall’alto (punto di osservazione dal quale verrà
prevalentemente percepito l’edificio) la scuola appare
come la naturale estensione del parco o viceversa.
Il progetto, costituito da una sequenza continua di spazi
aperti e chiusi definiti mediante la ripetizione della figura
del quadrato, mira a sfumare la distinzione tra interno
ed esterno; verificandone la loro mutua trasformazione
e ibridazione. E’ un lavoro sul concetto di soglia, ovvero
sull’identità e le potenzialità degli spazi intermedi.
In sintesi tre le figure che hanno guidato il processo di
progettazione; figure aperte, che rimandano a strutture
formative, figure in grado di individuare e definire veri e
propri processi tras-formativi: