Il caffè Quadri nasce agli inizi del settecento ed è situato già da subito nell’edificio delle Procuratie Vecchie e ne occupa man mano una porzione sempre più articolata. Le Procuratie presentano una modularità architettonica basata sullo spazio minimo della bottega. Nel 1858 l’ing. Cadorin interviene in maniera decisiva su questo schema trasformando le botteghe in spazi teatrali completi di scenografie di ispirazione orientale (realizzazione molto simile al contemporaneo e dirimpettaio Caffè Florian ad opera dello stesso Cadorin) secondo la tradizionale concezione della bottega del caffè come luogo d’incontro e palcoscenico della vita veneziana.
Nei primi anni del ‘900, in seguito alle demolizioni resesi necessarie dopo il crollo del campanile di piazza S. Marco, le scenografie del Cadorin sono eliminate e gli spazi del Quadri, pur mantenendo l’impronta tipologica teatrale cadoriniana, vengono ristrutturati con un’immagine “similsettecentesca” d’ ispirazione longhiana, secondo un’idea diffusamente stereotipa di Venezia.
Il caffè Quadri è dunque una metafora di Venezia nel suo essere una meravigliosa doppia finzione teatrale: è una falsa immagine settecentesca realizzata agli inizi del ‘900 in uno spazio realizzato nel 1858 modificando gli interni di un architettura cinquecentesca.
L’ipotesi di lavoro è di potenziare tale finzione, mantenendo quanto più possibile la complessità dei livelli di lettura e il sistema di relazioni sintattiche (tipologia, spazi, proporzioni, volumi, strutture, sistemi costruttivi) del testo architettonico dove ancora integre, e di assumerle a criterio progettuale non mimetico ma ispiratore sia dove devono essere ricostruite sia dove invece devono essere create ex novo.
Tutto ciò nell’assunto che la specificità di Venezia é la contaminazione dialettica e l’omogeneizzazione delle diversità nel tempo e nello spazio piuttosto che la contrapposizione,la rottura, la negazione e l’esclusione dell’altro da sé. In ciò l’originario spirito della grande finzione teatrale del Quadri, il” Caffè del Turco”, luogo di incontro tra Venezia e l’Oriente.
The Caffè Quadri was founded in the early eighteenth century; it originated in the building of the Procuratie Vecchie and progressively occupied an increasingly articulated portion of it. The Procuratie are characterized by an architectural modularity based on the minimum space for a shop. In 1858, the engineer Cadorin made a decisive change to this scheme by transforming the shops into scenographic spaces complete with sets inspired by the Orient (a construction that is very similar to the Caffé Florian, built in the same period directly across the Piazza by the same Cadorin) according to the traditional concept of the coffee shop as a meeting place and arena for Venetian life.
In the early twentieth century, following the demolitions that became necessary after the bell-tower in Piazza San Marco collapsed, Cadorin’s sets were removed though the spaces of the Quadri maintained the typology of Cadorin’s theatrical space, but they were renovated with an “eighteenth-century-like” image inspired by Longhi, based on a common stereotyped image of Venice.
The Caffè Quadri is therefore a metaphor of Venice as a wonderful double theatrical deception: it is a false eighteenth-century image built in the early twentieth century in a space created in 1858 by modifying the interiors of a sixteenth-century architectural work.
The approach is to enhance this deception, by doing the best to maintain the complexity of the levels of reading and the system of syntactic relationships (typology, spaces, proportions, volumes, structures, building systems) of the architectural text where they are still whole, and to acquire them as a non-mimetic but inspirational design criterion where they need to be created.
All of the above is based on the premise that the specificity of Venice is the dialectic contamination and the homogenization of diversities in time and space rather than the contraposition, the fracture, the negation and the exclusion of the other from the self. Herein lies the original spirit of the great theatrical fiction of the Quadri, the “Caffè del Turco”, the meeting ground between Venice and the Orient.