Abbiamo tentato di di non progettare, di lasciare tutto così e allo stesso tempo di cambiare tutto. Fare del mio disegno solo un innesto nella storia di quel luogo, un istante dal quale guardare indietro verso il passato ed oltre, verso il futuro. Immaginare un mondo diverso. E costruito fin dall’inizio a partire dai mobili, dalle suppellettili, dalle sfumature della luce. La compresenza sospesa di frammenti di mondi lontani, ma raccolti come oggetti trovati sulla spiaggia, portati dal mare. Lliberi dalle connotazioni emotive della loro provenienza: segni di Eames accanto a lampadari settecenteschi, ad esempio. Strati assorbiti con disinvolta serenità per possibili intinerari compostivi.
Oggi abbiamo superato il binomio moderno forma/funzione. A causa del digitalizzarsi di quest’ultima, Il mio Apple, ad esempio, può diventare, videogioco, videoregistratore, tavola da disegno, archivio, stereo e molto altro ancora senza sostanzialmente cambiare forma ma soltanto cambiando software.
Se la sensibilità dell’uomo moderno era analitica, meccanica, quella dell’uomo contemporaneo è sintetica, elettronica, sonora. Una serie di filtri, di lenti addizionali, di amplificatori tendono a rivisitare l’esistente spostandone la conoscenza verso un mondo di immediatezza assoluta. Non un mondo spontaneo e semplice ma un universo estremamente sofisticato e ancor più stratificato, dove spazi reali, spazi virtuali, spazi logici, spazi immaginari, galleggiano al di qua al di là del soggetto, in attesa di essere vissuti. Di qui l’idea di utilizzare sofisticati impianti scenici per ridisegnare ambienti ed oggetti già esistenti, di creare una sorta di software che con la qualità, l'intensità ed il colore della luce e del suono possa regalare emozioni nuove e diverse alle cose di sempre. Una patina tecnologica, digitale e sonora. E’ molto difficile proporre nuove forme senza che queste abbiano una loro ragione altrove. Il progetto è stato una sorta di sottrazione. Ho eliminato tutto quello che nel corso degli anni aveva snaturato un’elegante sala da ballo d’inizio secolo, fino a nasconderne la cupola in vetro. Dopo aver recuperato i suoi spazi originali li ho dotatati di avanzati impianti sonori Mayer Sound ed illuminotecnici Martin, in grado di ridisegnare il locale ad ogni istante, adattandolo al suo pubblico, all'ora del giorno, (anzi della notte), agli umori della moda. Se l'architettura è il sapere dello spazio, del vuoto, luce e musica ne
sono il suo sapore.